Masanobu Fukuoka
La nostra azienda ha un’estensione di 6,5ha circa.
Il nonno Riccardo (Job) aveva certificato la vigna in biologico fin dal 1985. In quegli anni l’obiettivo principale era produrre uve, certamente sane, ma in grandi quantità. La qualità non era quindi la prerogativa: il vino veniva prodotto per essere venduto.
Anche la cantina rispecchiava questa filosofia: era infatti popolata da grandi vasche in acciaio e attrezzature all’avanguardia.
Anche i vini erano piuttosto convenzionali, ad eccezione però del Pinot Grigio, il cui assaggio ci stupì piacevolmente: succoso, corposo, profondo, un vino che si estraniava da tutto quel contesto.
Questa fu la molla che ci spinse a fare una ricerca sul terroir di Zugliano, dalla quale emerse che il vigneto sorge su un altopiano a 90 metri dal livello del mare ed è costituito da fasce di terreno molto complesse: sabbie, limi, argille, arenarie e marne (per approfondimenti clicca qui).
Ci fu chiaro fin da subito che ci trovavamo davanti a una terra meravigliosa ma dalle potenzialità inespresse; dovevamo quindi metterci in ascolto per capirne l’essenza ed interpretarla affinché riuscisse ad esprimere le sue unicità.
Sovesci, pacciamature, api sono il cardine della nostra agricoltura. Erbe, insetti, uccelli, animali sono le nostre sentinelle.
Negli anni abbiamo abbandonato ogni intervento invasivo sulla pianta (se non strettamente necessario). Le nostre piante hanno iniziato a trovare il loro equilibrio dopo che abbiamo smesso di concimare, cimare, defogliare e diradare.
Il nostro è un percorso di crescita in continuo divenire, basato sullo studio, il confronto e l’osservazione paziente del nostro vigneto che, ad oggi, ci ha permesso di capire che non siamo noi a dover decidere di cosa ha bisogno, ma è lui ad indicarcelo. Non dimentichiamo che la vite è una pianta capace di autoregolarsi, il nostro compito è solo accompagnarla e supportarla se in difficoltà.
RUDOLF STEINER